Esisto e scelgo: eutanasia e culto dei defunti.

Il filosofo francese Pascal amato dal Cristianesimo, affermava che: ”Non è bene essere troppo liberi e non è bene avere tutto ciò che si vuole.” Riflessione, è ancora attuale questo pensiero filosofico?

Lo scrivo pensando al fatto di cronaca che riporta la morte della signora triestina affetta da sclerosi multipla, che per la prima volta in Italia, con il supporto del Servizio Sanitario Nazionale si è autonomamente somministrata un farmaco che ha posto fine alle sue sofferenze.

L’etica in termini di vita o morte che riguarda l’individuo, a mia personale opinione, non può mai essere normata e gestita da terzi, siano essi Stato, con le ripercussioni di variabilità ideologica, temporale o di dettame di semplici mode filosofiche, o dalle Religioni se non credenti.

Se valuto il mio grado di sopportazione di dolore e sofferenza, non posso vedermi in un ipotetico stato vegetativo, inerme fino a consumarmi fisicamente avvolto da dolori. Non voglio procurare angoscia e sofferenza a chi avrà il compito di accudirmi e tantomeno ricevere compassione semplicistica.

Io sono, esisto e nel possesso di facoltà mentali posso stabilire quale sia il confine oltre il quale cessare l’esistenza terrena. È mia la coscienza con la quale renderò conto all’entità superiore qualora esista, ogni altro pensiero di subordinazione istituzionale e religioso è precluso.

Sempre in tema etico, ancora un cambio di interpretazione e applicazione dei sacri testi da parte della Chiesa, questa volta, il Vaticano concede di trattenere una piccola parte delle ceneri del proprio caro in un luogo significativo per la storia del defunto.

A ben pensarci, oltre ad un’agevolazione di costi per i sopravvissuti, anche uno stare al passo coi tempi. La popolazione anagrafica è sempre più anziana e siamo le ultime generazioni ad aver il “culto” dei morti, della visita cimiteriale, le famiglie di origine con la globalizzazione vivono, a parte rari casi, in luoghi non in prossimità di residenza, a volte addirittura in Stati differenti.

Anche quando la volontà esiste, manca la capacità di praticare un culto sempre più sbiadito.

Cesserà anche questa ipocrisia di infiorate e abbellimenti una volta all’anno, lasciando più spazio alla ragione della preghiera e meditazione ed il solo tenere tra le mani quel piccolo contenitore, mi farà sentire ancora vicino a chi ho perduto.    

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