Non c’è due senza tre.

“Non c’è due senza tre”. Infatti tre Governatori in queste settimane confidano nell’idea alla base degli eventi fortuiti, e sperano di concedersi un terzo mandato. Si tratta di Zaia, De Luca ed Emiliano, rispettivamente per Veneto, Campania e Puglia, tre regioni incisive nel quadro del potere politico nazionale.

La legge in vigore però pone un limite a due e i soggetti in questione focalizzano il problema sul perché gli elettori non potrebbero continuare a votare chi ha governato con efficacia tutelando il loro interesse e quello della Regione.

A mio parere però, il problema è un altro, la legge non fa altro che applicare un sano principio di democrazia limitando le conseguenze di un eccessivo potere nelle mani di una sola persona.

Se consideriamo mandati di quattro o cinque anni, significano governi ininterrotti per dieci. Dieci anni per chi professa la politica come mestiere insegnano come vengano costruite relazioni importanti, come queste relazioni diventino molte volte aggregazioni e concentrazioni di potere nel bene ma anche e soprattutto nel male.

Purtroppo per noi, da tempo immemore le cronache insegnano che i casi di abuso di potere, corruzione, concussione o associazione con organizzazioni malavitose sono tutt’altro che rare.

Quando si arriva nei Palazzi del potere, già qualche mascalzonata in genere la si è fatta, non credete a chi vi racconta favole dell’esser diventato onorevole senza cedere a qualche compromesso, la scalata non è per immacolati.

Una volta dentro ci si sente avvolti da una strana sensazione, quella di sentirsi riveriti, ricercati da chiunque soprattutto non solo da chi ha interessi legittimi e sani da difendere ma anche da chi ha a cuore il proprio business d’affari, associazioni, fondazioni, imprese, gruppi industriali e via discorrendo.

Oggi, è molto semplice fare due conti per comprendere quanto costi sostenere una campagna elettorale, servono soldi e molti, piovono dal cielo? No di certo o questo è quello che vogliono far credere e quando qualcuno sostiene, quel qualcuno torna per riavere, funziona così.

Con più il tempo passa, con più il territorio di potere viene fortificato e difeso da chi lo presiede in prima persona e da tutti coloro che ne hanno favorito l’ascesa.

Per citare un caso pensiamo al “celeste” Formigoni in Regione Lombardia, un vero e proprio feudo. Oggi molti dicono:”anche se giravano mazzette ma la sanità almeno funzionava.”

Ma con queste affermazioni alimentiamo un potere tossico difficilmente rimovibile.  

1 commento su “Non c’è due senza tre.”

  1. Splendido articolo, che mi fa molto riflettere, da avvocato, laureato in diritto costituzionale.
    Devo riconoscere a Bruno che l’esempio finale di un satrapo come Formigoni, è impossibile da confutare.
    Il mio problema è la figura del Governatore del Veneto, Zaia, un politico preparatissimo.
    La mia preoccupazione è che il ricambio e’ difficile.
    Il Governatore della Campania, De Luca, ricorda spesso quello che una volta era l’avanspettacolo.
    Un gigante dell’avanspettacolo e’ stato Totò, che ha fatto ridere e fa ridere generazioni di italiani, ancora oggi, dal piccolo schermo.
    Il problema è che la politica non è recitazione.
    Certamente non si può paragonare De Luce a Zaia.
    Se De Luca ha fatto candidare ed eleggere il figlio, al posto suo, in Parlamento, non è stato per un atto di generosità, che sarebbe comunque grave.
    Il feudo non è a Roma.
    Comunque sempre molti complimenti all’amico Bruno, per la sua professionalità, profondità di analisi e libertà intellettuale.
    Claudio Gandini

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