In quell’ “Uno, nessuno e centomila” tutta la Sinistra italiana.

A ridosso delle recenti consultazioni elettorali ancora una volta per il Partito Democratico e la sinistra sono ore di frustrazione collettiva.

Le riflessioni sono e dovrebbero essere molte ma faticano a trovare la ragionevolezza della sconfitta, il nuovo gruppo dirigente, quello di facciata, ricorda Vitangelo Moscarda, il protagonista di Uno, nessuno e centomila di Pirandello.

Vitangelo inizia a mettere in discussione la sua identità dopo che sua moglie gli fa notare che la sua percezione di sé non coincide con quella degli altri.

Dove il sé, nel nostro caso, è il partito democratico o l’inespugnabile fortezza del comando e gli altri, sono gli elettori a loro volta intenti ad affrontare crisi di appartenenza politica e percezione della finalità oggettiva, la summa di tutto ciò potrebbe però condurre all’alienazione e far proseguire nel tempo i voltafaccia degli elettori.

In Italia, ma anche in molti altri Paesi del globo il vento di destra e conservatore volteggia nel potere ma non perché una parte di quell’elettorato ne abbia sposato in toto idee e programmi ma perché nella ricerca dell’interesse minimo non trova senso compiuto e programmatico in quello che prima era il suo riferimento cioè, la sinistra.

È una sinistra italiana e internazionale che ha spostato silenziosamente negli anni il baricentro elettorale dall’operaio, artigiano e commerciante all’impiegato di concetto statale, vera roccaforte a cui attingere.

Trump vinse su Hillary e potrebbe vincere su De Santis nelle primarie perché ascolta, comprende, traduce e parla alla pancia del Paese, quella fascia di tute blu e colletti bianchi della middle class maggiormente penalizzata e dimenticata nell’affanno dell’economia.

È una sinistra che a stento affonda il merito nei temi del lavoro, del precariato, dei salari, della sicurezza, accarezza per forma gli anziani e la loro difficoltà di sopravvivenza, o i giovani e il merito per una scuola migliore e egualitaria, per non parlare di trasporti, edilizia popolare, calo demografico e problema energetico.

Dentro la fortezza alla ricerca della loro nuova identità, restano convinti che il mondo futuro, quello che vorrebbero creare, fatto di quell’elettorato che proteggevano, parli tutti i giorni, di immigrati e diritti delle minoranze.

Se solo aprissero le finestre di quella fortezza, vedrebbero una realtà diversa mettendosi nella condizione di dare risposte serie, perché oltre il concerto del primo maggio e i Pride moltissimi elettori frequentano altre piazze, fabbriche, ospedali, scuole e associazioni di volontariato. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
Share via
Copy link
Powered by Social Snap