La Polonia europea e democratica discute in Parlamento l’ergastolo per ogni aborto.

Come attento osservatore ai diritti umani e a tutto ciò che nel mondo riguarda decisioni governative, volte a penalizzarli, non posso non tornare a parlare di Polonia.

Che la radice di una mutazione ultra conservatrice di destra sia frutto di un forte sostegno da parte della Chiesa cattolica è oramai assodato.

Senza il porta a porta e il roboante richiamo dai pulpiti delle chiese polacche ad ogni elezione, oggi il Premier Morawiecki  e il suo partito Diritto e Giustizia, non sarebbero artefici di battaglie legislative fuori tempo e incivili.

La mente di tutto questo però, è il gemello Jaroslaw sopravvissuto al Ex Capo dello Stato Lech nell’incidente aereo di Smolensk in Russia, un vero lupo travestito da agnello e adorato dalle gerarchie ecclesiastiche polacche.

L’ultima trovata riguarda un disegno di legge in discussione alla Camera che in un certo senso dichiara guerra alle donne.

Si parla di vietare totalmente l’aborto con pene fino all’ergastolo. Pensate che nel provvedimento, il Governo potrà avere accesso a tutti i dati dei cittadini e potrà perseguirli.

Se vado un pò più a fondo nella lettura del disegno di legge trovo che vi saranno pene detentive fino ai 25 anni per i medici che le aiutano e l’ipotesi della creazione di un nuovo Istituto chiamato  “Famiglia e demografia”, ovviamente emanazione del governo di ultradestra.

Questo gioiello di democrazia sociale e progressista, che farà brindare gli ultra cattolici, potrà partecipare come pubblica accusa in tutti i procedimenti giudiziari e amministrativi, per esempio in una causa di divorzio, chiedendo che non venga concesso.

Spero abbiate ben capito quello che potrebbe succedere a cittadini dell’Unione Europea. Un’Unione che si basa su principi democratici, liberali e dove la questione etica ha sempre avuto un posto particolare nella mente e nel cuore dei Padri costituenti.

Ho vissuto due anni a Varsavia e vi ho lavorato periodicamente per otto, ho percepito e ascoltato l’emozione di persone che riprendevano il valore di una libertà da anni repressa coercitivamente dalle loro esistenze, a causa di regimi totalitari.

Pur celando in background in modo giustificato un nazionalismo esistenziale, la motivazione con cui partecipavano alle prime riunioni in Commissione Europea era visibili a tutti.

Il vento della democrazia partecipativa, collegiale e costruttiva soffiava forte nei loro interventi.

Poi alla Chiesa parve troppo, quelle eccessive aperture sui diritti umani, dal divorzio all’aborto per non parlare di quelle al popolo omosessuale.

Ed ecco, come ai tempi in cui ci si riuniva nelle cantine contro il regime sovietico, richiamare i crociati alle armi.

Il resto è storia degli ultimi anni, ora il fondo morale… dalla vergogna per i migranti al confine bielorusso all’ergastolo per la scelta di un aborto. 

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