Ancora rincari energetici. Multinazionali indolenti a ridurre i profitti. Gli ultimi pagano.

Herbert Marcuse, filosofo americano amava dire: ”Non esiste. Gli ultimi non saranno mai i primi.”

In effetti dall’estinzione dei dinosauri, in quel caso per forza fisica e sopravvivenza, alla rivoluzione industriale per finire alla tecnologica, dove denaro e finanza rendono invincibili, gli ultimi sono vittime sacrificali.

C’è un gran dire negli ultimi giorni tra le colonne dei quotidiani e talk show, sull’ipotetico ma quanto mai realistico aumento delle tariffe energetiche.

Le stime parlano di un 30% per il consumo di energia elettrica e 20% per il gas. Ritocchi che andrebbero mediamente a gravare per circa 65 euro all’anno su ogni famiglia.

Rido però, per poi incazzarmi, andando ad approfondire cause e motivazioni che i produttori, i soliti noti per dire, avanzano a chi dovrà aprire il portafoglio.

Sembra che gli unici in grado di sopportare ogni difficoltà sociale, economica o politica siano sempre gli ultimi, molte volte, lo dico fuori dai denti, lavoratori dipendenti.

Vado dalle ritenute alle tasse pagate in busta paga contro i liberi e strategici magheggi dei commercialisti a favore di partite iva e aziende, oppure alla semplificata gestione delle entrate dovute al metodo “nero” per commercianti e autonomi. Ma la questione non è questa.

Quando le cose vanno bene, multinazionali e grandi imprese, riempiono conti correnti e depositi di milioni, quando devono subire perdite chiedono rincari o sovvenzioni.

Durante la pandemia, affermano all’unisono di aver avuto un calo di produzione e servizio, molte aziende chiuse non consumavano energia elettrica per uffici e impianti e gli utenti a casa stavano ben attenti al consumo quotidiano.

Un pò come quando a noi aumentano benzina, i prezzi per i libri della scuola, tasse o generi alimentari. Cosa facciamo? Tiriamo la cinghia e andiamo a metter mano ai risparmi, privandoci del superfluo. Non abbiamo scelta. Loro invece sì.

Ora lamentano che il gran caldo e la riapertura delle attività, ha innalzato di molto la domanda e, contestualmente i mercati subiscono un aumento considerevole del costo di materia prima.

Poi devono pagare le quote di emissione, cioè per non inquinare, pagano allo Stato che paga all’Unione Europea del denaro.

Ultima delle ipotesi nel loro cesto di opzioni è avere annualità con meno profitti in bilancio…inammissibile! I soci gli utili dovranno averli mentre noi è giusto abbassiamo la testa subendo e zitti.

Loro taglieranno posti di lavoro o chiuderanno aziende, attutando ricatti e cercando gli ennesimi aiuti dal Governo.

Una cosa è certa, anche se il Governo non dovesse accontentare le richieste , non cambieranno idea sugli aumenti perché è la legge del più forte e noi ultimi, facciamocene una ragione. 

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