Separati in casa ai tempi del Coronavirus.

Stiamo sperimentando forme di isolamento coatto che mai avremmo pensato, modificando comportamenti e abitudini. Qualcuno, in visione di positività si adegua, celebrando il passatempo in smart working, riacquistando il piacere della lettura o staccandosi dalla realtà con film o playlist di spotify altri invece, soccombono alla situazione ovvero, vivono un dramma agevolati da social, chat e videogame.

Penso, a tutte quelle coppie dove l’amore si è tramutato in affetto o peggio, in astio persistente sino a divenire insofferenza alla semplice presenza dentro le mura di casa. A volte la presenza dei figli aiuta a separare conversazioni e ambienti.

Quelli che, quando sei seduto al ristorante, li vedi uno di fronte all’altro senza che si scambino una parola, uno sguardo, se non per il convenevole dell’ordinazione.

Ma pensate a cosa significhi restare quindici giorni 24h in coabitazione senza poter fuggire.

E poi ci sono quelli del “ti amo” per non sfigurare nel branco degli allineati: matrimonio, figli, vacanze, festività per poi nell’ombra recondita dell’ipocrisia, saziarsi di corpi di segretarie, direttori, manager, personal trainer, e amiche di famiglia.

Che storia ragazzi… quasi due settimane senza poter liberare i sensi e doversi accontentare del partner. Eppure, se volessimo trovare un lato positivo in tutto questo, lo troveremmo.

Perché non riscoprire il valore di chi abbiamo accanto, provare a guardarlo nuovamente negli occhi senza ipocrisia, senza fretta; raccontarci le nostre storie quotidiane, fatte di noia, emozioni, fallimenti e speranze… troppo spesso accantonate dalla stanchezza e dall’aver relegato a secondario tutto questo.

A pensarci bene, quando dobbiamo concludere con una/o sconosciuto in grado di rompere la noia della nostra agonizzante relazione, il tempo di essere ancora diversi lo troviamo, ci abbelliamo d’un tratto, ritroviamo il sorriso e l’entusiasmo dell’essere oggetto di qualcuno.

Proprio quell’interesse che troppo spesso diamo per definito e certo e conduce all’oblio. Come possiamo apprezzare il valore dell’altro, se diamo per scontato fuori esista sempre qualcosa di meglio?

Il Coronavirus ci ha allontanato da tanti ma prova a riavvicinarci a chi diamo ormai per scontato, mentre prima era il nostro Dio.

Se spegniamo il cellulare e la tv ed accendiamo lo sguardo allungando la mano…potremo ritrovare momenti di felicità, senza ipocrisie.   

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