Vince l’Europa impermeabile alla trasformazione dei valori.

Il dato certo emerso dall’espressione democratica dei cittadini europei, delinea con maggior vigore la concreta esigenza di regole, la protezione dei valori costituenti racchiusi nell’identità cristiana, liberale e conservatrice.

Più che un sintomo è una maggioranza sempre più consistente che ritiene non mutabile il concetto di famiglia, pur rispettando il libero scambio affettivo; aperta la possibilità di accogliere un’immigrazione selezionata, capace di accettare le regole primarie imposte dalle leggi nazionali senza la pretesa di prevaricare e coltivare le proprie tradizioni religiose e culturali con spirito di conquista.

Non più tra le righe ma a furor di popolo. si chiede al nuovo parlamento di arginare criminalità e violenza derivata in gran parte da nefaste organizzazioni e un’immigrazione fuori controllo che finisce per sopravvivere integrandosi appieno con la delinquenza così privando gli onesti e i veri bisognosi al diritto di cambiare la propria esistenza.

Ma è solo questo? No. Esultano vittoria anche coloro che hanno valori militari oltre il semplice rispetto delle regole e credono fermamente nel principio di supremazia, di difesa del territorio e della proprietà privata. Vincono i riluttanti ad accettare il non testosteronico confronto diplomatico che faciliti la comprensione delle parti in causa risparmiando centinaia di migliaia di morti innocenti, distruzione e dolore. Vincono i produttori di morte, costruttori di armi sempre più agghiaccianti, vendute a pochi e pericolosi politici e questo voto li ha avvallati.

Gli esiti odierni dicono anche che esiste un popolo europeo moderato ma più posizionato verso il rigore, seppur spaventato dai cannoni e in cerca di pace.

Anche se in Italia la crescita della sinistra sorprende, quella europea, quanto l’americana o inglese, è ancora in un angolo. Quella di casa nostra sta capendo che i diritti LGBTQ+, il gas serra e l’accondiscendere senza regole ad un’immigrazione clandestina non sfamano bocche, non aiutano la classe più debole del Paese composta da anziani, famiglie di separati, madri o padri single che devono arrivare a fine mese, come pure l’uscita da un precariato radicato o la sussistenza a malati cronici che sopravvivono a stento.

Non sfonda Vannacci e non aiuta a risalir la china una Lega che con la pretesa di raccogliere potere oltre il Nord, negli anni scorsi ha raccattato in tutt’Italia, scappati di casa in cerca di visibilità ma privi dei valori reali della Lega Nord, che restano ad oggi lontani ed incomprensibili per chi non ha radici in quella parte del Paese.

Resiste una sacca ideologica immarcescibile sia a destra che a sinistra e quest’ultima vince facendosi compatire, trasformando un’insegnante condannata per violenza politica in eroina senza tempo.

Ma stamane comprendiamo che gli italiani, si sono disaffezionati ai facili e fruttuosi cambi di casacca quando servono a preservare poltrone e potere. A cosa serve spendere centinaia di migliaia di euro per promuovere micro formazioni politiche che non arrivano consapevolmente al 4%? Alla conquista un seggio inutile?

Calenda e Renzi come dice una canticchiata canzone… “ciao, ciao!”

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