Il tabù politico del confronto televisivo.

Tra le molte domande che mi pongono, incuriositi dall’attività che svolgo nel Team di comunicazione di Kamala Harris per le comunità italo-americane, la più frequente riguarda gli autorevoli ed apprezzati dibattiti televisivi dei candidati alla presidenza.

Dibattiti veri, senza che i protagonisti possano conoscere in anticipo le domande di seri giornalisti, il cui risultato può davvero modificare sondaggi ed esito finale. Appuntamenti a cui il candidato si prepara con intensità superlativa circondato da esperti di comunicazione e psicologia elevati, con la consapevolezza che quella rappresentazione sia l’emblema del rispetto della democrazia elettorale.

Ad ogni evento vengono richieste chiare prese di posizione su temi prioritari e strategici per l’America, si pongono domande scomode affinché si faccia trasparenza su fatti e dichiarazioni contrarie a quanto contenuto nel programma elettorale in promozione. Per questo la stampa viene considerata il megafono del popolo e meno del sistema, nell’appuntamento più importante del Paese.

Perché da noi non lo fanno”? In Italia il concetto di rappresentanza è stato quasi sempre discutibile, più che rappresentanza in favore degli interessi del Popolo, la definirei un’appropriazione di potere ai fini di interesse personale. Le promesse in campagna elettorale vengono quasi sempre disattese e la maestria delle giustificazioni aiuta a dimenticare.

Prendiamo un caso di cronaca dalla città di Como. Se durante la campagna elettorale, come in America, vi fossero stati dei seri dibattiti di confronto, molti dei cittadini in protesta fuori dal Comune contro il Sindaco Rapinese, certo non l’avrebbero votato.

Titolare di una lista civica, dice di prendere una decisione impopolare ogni tre minuti, si considera il Real Madrid delle pubbliche amministrazioni, se la prende con le giostre, bocciofile, associazioni culturali, parcheggi e via discorrendo. Si sente Imperatore e governa la città con una politica di chiusura. E la colpa non è certo di chi non apprezza, perché lui afferma che chi obietta, non comprende la magnificenza della sua opera.

In Italia il “rendere conto”, dare spiegazioni, è abrogato nel codice etico della politica, per questo i dibattiti televisivi per un confronto elettorale sono considerati un girone dantesco da evitare.

Meglio un’ospitata coccolati dai venduti di turno. 

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