Bukowski diceva: ”Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare.” Il fuoco e la guerriglia vista ieri davanti la sede della Commissione Europea a Bruxelles certifica questo pensiero.
Il modo folle e pietoso con cui la politica comunitaria porta avanti da tempo norme destinate all’agricoltura ha toccato il fondo.
Ero molto più giovane quando vedevo montagne di agrumi mandate al macero quanto cisterne di latte versate per strada perché questione di quote. Proteste che non hanno mai trovato radici di svolta, solo affabulazione di mestieranti, ripiegati ad una burocrazia che sottrae agli agricoltori europei incrementando il potere produttivo e commerciale di altri Stati.
L’Italia non solo vanta una storia di braccia e schiene curve nei campi ma detiene l’orgoglio di prodotti unici e di qualità, ricercati sulle tavole di parte del mondo.
Non passa giorno che la gente comune si renda conto che senza un florido conto economico dovrà adattarsi a mangiare cibo come verdura, carne, frutta e formaggio prodotto in serie, raffrescato da pesticidi, ingrassato da antibiotici e mangime contaminato da sostanze chimiche, con la sofferenza di migliaia di animali dentro batterie di pochi centimetri prima di finire macellati.
Pochi sono i prodotti “made in Italy” che troviamo nei supermercati, noi mangiamo prodotti importati, tenuti in celle frigorifere per giorni se non mesi, ma chi acquista e può cibarsi di primizie, prodotti biologici e di alta qualità? Ovviamente chi oggi può permetterselo e sono sempre più pochi.
Nel frattempo gli agricoltori devono tenere ferma una quota di terreno dalla lavorazione se vogliono aspirare a fondi comunitari, devono attenersi a quote produttive sempre più misere distruggendo l’eccesso, pena vergognose sanzioni.
Lo stesso dicasi per i pescatori, metodi di pesca aboliti e quantità sempre più ridotte di pescato a vantaggio di Paesi che delle norme se ne fanno un baffo ingaggiando una concorrenza spietata.
Ad ogni nuovo Paese membro in Unione, i fondi agricoli in percentuale crescevano per quello diminuendo per gli altri e il bello arriverà con l’ingresso dell’Ucraina allora sì il fuoco dei contadini non si fermerà alle piazze.