Incidenti sul lavoro: sempre i soliti imputati?

Leggiamo di intelligenza artificiale in grado di pensare come l’essere umano, restiamo affascinati per l’atterraggio di una sonda su Marte e terrificati per gli spaventosi e incoscienti investimenti in armamenti e ordigni nucleari, nonostante ciò, ascoltiamo basiti gli agghiaccianti dati di morti sul lavoro che non accennano a diminuire.

Negli anni ’70 quando la tecnologia avanzava quanto un bradipo, morivano in media 2500 lavoratori all’anno, a settembre siamo già a oltre 600 pur avendo considerevolmente investito negli anni in formazione, prevenzione, dotazioni di sicurezza e controlli.

Allora perché per alcuni recarsi ogni giorno in fabbrica o cantiere diventa un pericolo di vita?

I media in generale, attingono alla tragedia, riportano i fatti di cronaca esaltando l’increscioso dato in folle crescita. Qualcuno, più vicino alla classe operaia si adopera nel dar voce ad un sindacato oramai in perenne agonia esistenziale, la cui voce serve solo a portare qualche elettore a sinistra; solite accuse a governi che cambiano ma non investono e ad imprenditori tiranni e in malafede.

È però un improprio tiro al bersaglio, come dare una verniciata di fresco su pareti ammuffite.

Sarebbe bello conoscere quanti di quegli incidenti e morti, sono dovuti a mancati investimenti in sicurezza da parte delle imprese, ma anche quanti capitano per imperizia da parte dei lavoratori.

Obiettivamente negli anni, mi è capitato molte volte di visitare reparti, cantieri o cucine di ristoranti e vedere persone prive di abbigliamento o parte di accessori previsti dalla normativa, magari solo perché ingombranti, pesanti o in grado di complicare il lavoro, eppure negli armadietti la dotazione c’era.

Un terzo dato riguarda la distrazione, oggi un fenomeno che causa migliaia di incidenti stradali anche mortali. L’iperdinamicità a cui siamo sottoposti stressa a tal punto di trovarci a fare un lavoro pensando ad altro, ai prossimi impegni, scadenze o messaggi ricevuti.

Distrazione accompagna anche superficialità che oggi dimora nella maggior parte di chi lavora.

Oltre a darci numeri, prego fornire cause… magari cambiano gli imputati. 

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