De Santis, il crash di Twitter e un mediocre giornalismo.

Dopo tanta attesa come scrissi mesi fa, Ron De Santis il Governatore della Florida, entra sul ring delle primarie repubblicane per le Presidenziali del 2024.

La discutibile scelta di usare Twitter come piattaforma di lancio della campagna ha dato qualche problema, definito dal rivale Trump come un disastro, ma sul fatto stesso si dovrebbe discutere del metodo con cui la stampa, anche quella televisiva, fa giornalismo d’informazione.

I lettori, quelli di classe media per intenderci, vengono ormai trattati come soggetti bulimici di informazione di basso spessore. Sempre più veloci e poco attenti, meritano titoli e catenacci che rendano già l’idea del fatto, l’uso premeditato di aggettivi ad hoc, fa poi l’interesse di chi deve trarne beneficio.

Altro stratagemma, puntare sul dettaglio e trasformarlo nella notizia, come nel caso di Santis. Nel caos della deriva politica ed economica americana, le cui speranze di rilancio sono affrancate alla riconquista della Casa Bianca di un soggetto inaffidabile come Trump, la candidatura di De Santis meritava un’eco informativa degna di tale nome.

Ad esempio, far comprendere ai democratici sorridenti, anche quelli europei, e ai repubblicani scettici sulla scelta di Donald che De Santis non solo ha un’immagine da copertina e capacità ma che persegue ed attua una politica molto più rigida e conservatrice di Trump.

Spaventano le sue idee su razzismo, educazione, aborto, diritti umani ed uso delle sostanze stupefacenti, molte azioni da Governatore hanno già lasciato il segno ma invece che evidenziare e analizzare i fatti la stampa ha preferito catalizzare l’attenzione sul crash di Twitter, durato 20 minuti.

La notizia è stata questa a livello globale, mentre l’evento racchiudeva contenuti ben più importanti per tutti noi europei che già subiamo il prezzo di un’amministrazione fragile a volte perfino incomprensibile, per il peso politico, economico e strategico militare che detiene su scala globale.

Il giornalismo di “razza” è ben altra cosa di un copia incolla, di un sentito dire ma soprattutto lontano dalle logiche dei numeri, anziché gonfiare le tasche dell’editore deve portare conoscenza obiettiva nella testa di ogni lettore.

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