La storia rende universali i martiri a prescindere dalla fede.

Ciascuno di noi vede desolazione, privazione dei diritti, discriminazione, fino ad arrivare a rischiare la vita qualora esibisca a seconda dei Paesi, la propria fede religiosa, l’orientamento sessuale o l’ideologia politica.

Nel piccolo e superfluo accade anche quando tifi per una squadra forte e l’anno dopo perde continuamente, ogni domenica vieni messo alla berlina o quando il tuo partito è al governo e poi ti trovi all’opposizione.

Ti accorgi di subire ingiustamente, sei sempre più lontano dal pensiero predominate di quel momento. È così da sempre ci insegna la storia.

La Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa ha ragione di evidenziare l’imperturbabilità del mondo verso le nuove ecatombe di cristiani nel mondo, secondo la loro analisi regimi comunisti e terrorismo islamico opprimono le minoranze e l’Occidente laico non le difende.

Solo in Nigeria in un anno i martiri sono stati 7.600.

Le lancette del tempo però, mai si sono fermate dalle origini del mondo e quando erano i cristiani ad essere il potere forte ed influente su fede e politica il pensiero di chi altro professava non pareva così garantito fino ad arrivare ad eliminare vite umane.

Tra il 315 e il sesto secolo furono perseguitati ed eliminati un numero incalcolabile di fedeli pagani.Nel 782, Carlo Magno fece tagliare la testa a 4.500 Sassoni che non volevano farsi convertire al cristianesimo.

Già nel IV e V secolo le plebi cristiane sono eccitate a incendiare le sinagoghe ebraiche. E poi la Santa Inquisizione o le Crociate.

Così ognuno si sente oppresso e indifeso quando perde il potere, mentre i martiri diventano universali senza proprietà alcuna. 

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