La vecchia Europa come un malato di Alzheimer.

Non provo una sensazione positiva quando rifletto sull’attuale peso politico dell’Unione Europea nel nuovo ordine mondiale se escludo quello economico. La trovo come, non si offendano malati e parenti, come un anziano affetto dal morbo di Alzheimer.

Se vado a contrapporre i sintomi la correlazione non perde forza: perdita di memoria; sfide nella programmazione e soluzione di problemi come pure difficoltà nel completarli e confusione con tempi e luoghi.

Domenica dovrebbe arrivare l’annuncio ufficiale all’Ungheria di Orban, verrà bloccato uno stanziamento del 20% dei fondi e limitato il diritto di voto.

È una danza politica oramai in corsa da tempo e come chi è affetto da malattia, nei rari momenti di lucidità agisce.

Peccato che Orban siano anni che con indifferenza e sprezzo fa come crede su molti temi, tra cui quello più importante, grave e persistente, la violazione dei principi su cui si fonda l’Unione Europea.

Ad ogni pronuncia, il leader ungherese minaccia veti per poi giocarsi la concessione a suon di milionate di euro per qualche investimento.

Sul fronte della compattezza nella linea dura contro lo “zar” del Cremlino, tiene il piede in due scarpe per poi ricavarne rapporti privilegiati con l’autocrate.

Eppure, nonostante questo la governance europea trova sempre il modo di passar di mano, pur restando seduta al tavolo con un Paese membro che ostenta tracotanza e sbeffeggia regole e leggi. E ieri anche in Italia abbiamo certificato chi siano i suoi alleati.

Se passo al fronte delle sfide per la programmazione e soluzione dei problemi, la vecchia Europa, presenta molte incapacità evidenti.

Pensiamo alle più attuali, dopo mesi di conflitto in casa propria non è riuscita ad avere il giusto peso nel condurre al tavolo di negoziati Putin e Zelensky.

Ha lasciato che gli Stati Uniti, nel loro momento di maggior debolezza, decidessero cosa fosse giusto o sbagliato in casa d’altri. Hanno lasciato si rompesse un asse commerciale fiorente tra mercato europeo e russo, rendendo critici anche i rapporti con la Cina.

Un’Unione Europea debole e a volte ridicolizzata anche se il main stream dei media e politica, propende verso il giubilo della compattezza delle sanzioni che ancora non abbiamo ben capito se funzionano, dovevano aver già fatto capitolare Putin.

L’altra incapacità nel risolvere i problemi è quella del folle rincaro energetico che metterà a dura prova famiglie e imprese del continente, tutto quello che ci stanno dicendo è di aver abbozzato un piano per ridurre i consumi e gli sprechi, pensando al razionamento.

Capite che non colpiscono politicamente i produttori, non agiscono con la diplomazia per rompere questo gioco al massacro, no, sono così deboli ed incapaci da scegliere il male peggiore, colpire i più deboli e i più utili.

A Bruxelles infine, hanno difficoltà a completare gli impegni, quando li prendono seriamente ma soprattutto, fanno confusione con tempi e luoghi, infatti ragionano come vent’anni fa, con le stesse logiche burocratiche e obsolete, senza aver visione di quanto siano cambiate le regole e soprattutto blocchi di potere ed egemonie.

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