La storia esalta Elisabetta II Sovrana, ma la donna?

È giusto tributare un’omaggio, un riconoscimento all’operato e alla figura di una sovrana che ha consacrato la propria vita dall’Impero al Regno, ce lo ricordano le ore di talk, filmati e immagini che rimbalzano da un canale all’altro satellitare a prescindere dal Paese e dalla lingua.

Ho l’umanesimo nel DNA, meno tracce di tecnologia e matematica, per questo cerco sempre il lato umano degli accadimenti, delle persone, soprattutto quando rivestono ruoli di potere. Ho provato a fare quest’esercizio anche per Elizabeth Alexandra Mary Windsor per tutti Elisabetta II.

Quando nacqui lei regnava già da 8 anni e crescendo, come tanti, non ho mai smesso di seguire prima notizie di gossip e poi la sua attività di Regina. Il ritratto più comune di Elisabetta II come donna, lo rilevano le fonti biografiche, i libri scritti sulla sua vita, focalizzandosi di volta in volta su momenti felici o “horribilis” come lei soleva definirli.

Scritti o illecite fughe di notizie da palazzo rilasciate a qualche magazine da personale licenziato. Anche la serie inglese “The Crown” ha contribuito non poco sul posizionare una luce speciale sulla donna mentre raccontava la Sovrana.

Quello che sappiamo è che fosse anaffettiva, considerati gli sciagurati fatti della vita probabile questi abbiamo contribuito a spegnere la fiamma dei sentimenti.

Ma un posto di rilievo credo l’abbia avuto il suo divenire tutt’una con l’istituzione che rappresentava, quasi avesse deciso di vivere dentro un corpo anziché un altro.

I gerontocrati di palazzo che l’hanno cresciuta e isolata durante i primi anni di regno, hanno trasferito in Lei il valore delle regole, dei protocolli fino a renderli più importanti nelle sue priorità di Sovrana rispetto a quelli di donna prima, poi moglie, madre e suocera, eccezioni le ammetterà solo per i nipoti.

La nobiltà direte, è questa, l’aristocrazia segue a ruota emulando, ma il disagio, il disadattamento verso la normalità, emerso nella famiglia reale britannica assume un quadro impressionante sul fronte umano.

Figli educati da terzi, lontani o quando vicini incontrati ad orari precisi e per poco tempo. Il bisogno di confronti, consigli, e spiegazioni negato o penalizzato da richieste di udienze private. Giornate piene di impegni di rappresentanza, viaggi, riunioni necessarie a prendere decisioni, non potevano lasciare tempo a preoccuparsi di figli a scuola, in collegi o accademie militari.

Ma anche l’amore diventa una delle tante regole, i sentimenti sono negati e l’ipocrisia crea tragedie che ricadono su generazioni.

Impossibile quindi imbastire opinioni su Elisabetta donna, possiamo citare e giudicare il carattere, la determinazione, la fedeltà ma non la donna.

Se questa è vita da Re e Regine allora provocatoriamente tanto varrebbe scegliere un marito con un App e adottare dei figli, il lato umano sarebbe salvo garantendo un’immagine perfetta anche al peggiore sovrano.

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