L’astrofisica Amalia Ercoli Finzi disegna l’identikit ideale del Capo dello Stato. La gente comune insegna alla politica.

Sfioro l’argomento Quirinale, ne respiriamo tutti l’aria di questa elezione e cominciamo già a sentirla pesante. Perché pesante? Perché la gente comune, quella tenuta lontana dai Palazzi del potere ha le idee molto più chiare di tutta quella marmaglia di politici, schiavi del proprio ego e soprattutto della macchina da soldi che il potere genera.

Uomini eletti in rappresentanza senza che l’elettore possa davvero scegliere, elettori schiavi di un sistema incapace di generare vero consenso, ma solo quello paludoso dell’interesse.

Assistiamo da quasi un mese a una fiction di pessima sceneggiatura, quel che è peggio è che giornali, radio e televisioni non sottacciono anzi, amplificano i retroscena, le strategie, i complotti come se fosse banale gossip o cronaca politica.

Un “Re Sole” brianzolo, lo dico con rispetto dei brianzoli, incalzato da cortigiani arrugginiti, crede di poter dar mano alla Presidenza della Repubblica come fosse l’avventura di Milano2 o la straordinaria operazione Mediaset…

Rappresentare il Paese al massimo livello non è un Oscar alla carriera dovuto, ma l’incarnazione di un insieme di qualità, virtù e caratteristiche che ne disegnano il soggetto destinato ad identificare in se stesso l’Italia intera nel Mondo.

Ieri sera durante il talk de la7 “Di Martedì”, in una discussione tra Sallusti e Di Battista, Floris cede la parola all’astrofisica Amalia-Ercoli Finzi, un peso massimo della scienza, riconoscimenti mondiali per un’attività di studi e ricerca di anni.

La Dottoressa, oggi ottantaciquenne, nella sua veste di cittadina comune, europea ed italiana, è chiamata ad esprimere il suo pensiero circa le caratteristiche fondamentali che la persona scelta dai grandi elettori dovrebbe avere per ricoprire una carica così importante.

Sono stati minuti di sensata esposizione, semplice, chiara, quella che quasi ogni italiano racchiude in merito all’identità del Capo del proprio Stato.

In pochi secondi parole potenti come una bomba, deflagranti di valori avrebbero dovuto essere ascoltate dagli omuncoli che stanno tramutando l’elezione istituzionale più importante, in un momento delicato del Paese in un Risiko da tavolo per pochi intimi.

Ci sarebbe voluta una standing ovation ma è bastato il silenzio degli ospiti in studio per comprendere il disagio nell’ascoltare una verità sacrosanta.

Ecco cos’ha detto: “L’identikit di quello che deve essere il Presidente della Repubblica… l’età giusta, un passato ineccepibile, ovvero che se uno ha rubato, non è che la sua colpa passa se restituisce quello che ha rubato, idem dicasi se se l’è cavata perché ci son stati ritardi nei giudizi, non è che per questo la colpa passa, il Capo dello Stato deve essere ineccepibile perfettamente pulito, deve avere un’alta statura etica, che ci venga riconosciuta anche dall’estero; una persona che si impone per il suo carisma e le sue caratteristiche morali, deve avere una preparazione politica…e soprattutto che sia empatico, capacità di partecipazione, immedesimazione.

Poche parole molti valori.

In Conclave chiedono l’intervento dello Spirito Santo io mi accontenterei di rivedere Noè e la sua Arca.

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