Colonia autorizza il canto del muezzin dagli altoparlanti delle moschee. Quando reciprocità di tolleranza?

Ricordo ancora le piacevoli sensazioni provate seduto a tavola o ancora dentro il letto la mattina, al suono delle campane.

Nonostante fosse gioia interiore, la giovinezza, si può dire giovinezza o vado nei casini? Dicevo, l’immaturità accatastava quel suono tra le superficialità, cose, e sensazioni non vitali, prive di significato proprio.

Fu quando lasciai Calolziocorte iniziando a viaggiare, stabilendomi in altri Paesi e città, che quel suono assunse un valore intenso. Ogni volta che tornavo in famiglia, o in Italia, i rintocchi delle campane divennero qualcosa di diverso.

Mi ponevo in assoluto silenzio per pochi minuti lasciandomi trasportare da quel suono a me caro, piccole melodie diventate ad un tratto lo strumento del legame con la mia Terra, la mia cultura e tradizioni.

Per questo, pur nel dubbio di sbagliarmi, fatico a comprendere la Signora Reker, sindaco di Colonia, città con il 50% di battezzati.

Il Primo cittadino ha da poco autorizzato le trentacinque moschee della città, a diffondere  tramite gli altoparlanti l’azan, ossia la chiamata dei fedeli alle preghiere obbligatorie, da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio; uniche regole, avvertire anticipatamente condomini e attività commerciali presenti nelle vicinanze e il “volume non eccessivo”.

Questo per sottolineare l’inclusività  della città tedesca e se qualcuno non è favorevole mette in discussione l’identità della città e la pacifica convivenza. Islamici gaudenti e cattolici arrabbiati.

Uno dei massimi studiosi dei processi di integrazione etnica, Ahmad Mansour  afferma invece che l’azan sarebbe in realtà una “dimostrazione di forza”, precisando: “Non si tratta di ‘libertà religiosa’ o ‘diversità, i responsabili di una moschea vogliono visibilità. Celebrano il muezzin come una dimostrazione di potere sui loro quartieri”.

Chiunque su questa faccenda dirà il contrario, sarà bollato come integralista, conservatore, retrogrado ma ripeto quello che ho già detto più volte:”Quando vi sarà reciprocità d’integrazione allora sarà il momento di concedere, ad oggi anzi, da anni concediamo senza ricevere”.

Cito il Patriarca Copto cattolico Sidrak quando dice èdifficile essere cristiani ovunque nel mondo». Per di più se si è cattolici. E il Mediterraneo non fa eccezioni anzi, è oggi terra di prove che possono arrivare fino alla morte.

L’Islam da sempre protegge la sua fede e cultura, è esclusivo per tradizione ed ecumenico superficialmente..

La prossima volta a Colonia, faticherò a capire di essere in Occidente quando ascolterò il canto del muezzin dagli altoparlanti, resterò muto nelle strade alla ricerca del suono delle campane, come a cercare l’abbraccio alla mia Terra.

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