I piccoli negozi piangono mentre i grandi supermercati benedicono il Covid.

Francamente in questo stato pandemico, come tanti, ci sono molte cose che mi mancano: il ritrovarmi con gli amici a cena o per un caffè, il poter andare ad allenarmi in palestra, il ballare in discoteca, vedere un film o uno spettacolo teatrale, ma soprattutto tornare ad essere cittadino del mondo.

Mi ritengo però fortunato, rispetto a molti altri che al mio posto, direbbero come prima cosa: ” mi manca il lavoro”.

Questo terzo lockdown però, è molto diverso dal primo. Ci abbiamo fatto un pò l’abitudine, quindi siamo più incoscienti, a volte ci assembriamo in barba alle regole.

Siamo tutti fuori, come se nulla fosse, lo si vede dalle strade, dagli esercizi commerciali, supermercati, farmacie, ferramenta, alimentari e tutti quelli aperti per decreto.

Basta una giustificazione, una qualunque, infatti se andiamo ad analizzarle peschiamo dalla più stupida alla più importante, scegliamo e la diciamo a vigili, carabinieri o polizia, che compilano per noi l’autocertificazione da farci firmare.

Vi ricordate quante auto, moto e persone giravano lo scorso marzo nella prima chiusura? Quasi zero.

I posti di blocchi erano serrati, non si sgarrava tanté che ci si parlava dai balconi, si cantava, eravamo uniti contro un male silente e assassino.

Oggi i controlli sono pressoché inesistenti, anche durante le feste, tanta pressione per poi scoprire che alcune forze dell’ordine avevano disposizioni di non procedere.

Oggi, le persone sono molto più arrabbiate, nervose e soprattutto dubbiose. Sì perché ci sono ancora domande alle quali non si riesce a dare risposte.

Ad esempio, nello stesso grande magazzino (quello aperto e il negozio piccolo no), una signora compra il detersivo ma quando sceglie una pentola (molte sono a casa quindi i casalinghi servono di più no?) alla cassa le dicono che non si può acquistare. Idem per le calze o altri prodotti non di prima necessità.

Se quei prodotti stanno un metro dall’altro perché non li posso comprare se servono?

Perché chiudere parrucchieri ed altro quando hanno speso soldi per sanificare e mettersi in regola?

Perché grandi spazi come cinema, teatri, musei non possono far entrare scaglionati a volume dimezzato e restare aperti? Perché le palestre sopra una certa volumetria, dopo che hanno cambiato il layout sono ancora chiuse?

Qualcuno mi spiega (fede a parte) la differenza tra una chiesa e un museo? Gli ospedali sono ancora pieni è vero ma le persone sono tutte in giro, tanto basta la mascherina dicono. Intanto le scuole restano chiuse.

Allora per dimenticare tutto vado a farmi un giro all’Esselunga e appena arrivo al banco frutta e verdura mi sento sui Navigli, a quella massa di persone manca solo lo spritz in mano.

Allora in mezzo alle corsie potremmo fare corsi di spinnning, proiettare un film o esporre dei quadri. Il potere della grande distribuzione è quasi un vaccino nella guerra al Covid.  

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