L’odierna vergogna si chiama “errore”. Occidente senza valori.

In questi ultimi drammatici giorni in una tormentata area del medio oriente è tornata la più ipocrita delle parole utilizzate dalla politica di potere : “incidente”. Il termine che lava più bianco del bianco dall’errore. Così scrive il giornalista Fulvio Scaglione tra le righe di un suo incisivo articolo su “InsideOver”.

Invadi l’Iraq e provochi centinaia di migliaia di morti? Un “errore”. Bombardi una folla di palestinesi disperati che, a Gaza, si accalcano intorno a un camion di viveri e ne ammazzi 112? Come dice il presidente Joe Biden, un “incidente”. O come dice la nostra premier Meloni, “è urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità”. Come se la dinamica non fosse abbastanza chiara: spari a persone disarmate e quelle muoiono, che altro potrebbe succedere?

Come se non fosse che da cinque mesi, e questa è considerata realtà universale ormai, Israele ammazza palestinesi alla cieca, mentre europei e americani si raccontano che questa operazione militare, che ha finora provocato circa 30 mila morti dei quali due terzi donne e bambini, serve a sradicare Hamas e non a decimare gli abitanti di Gaza.

Come se gran parte del mondo non mostrasse ogni giorno, commerciando con la Russia e cercando nuove forme di aggregazione, di aver piene le tasche di questi “incidenti” ed “errori” a senso unico.

Chi può giustificare il massacro di 112 persone disarmate da parte di uno degli eserciti più potenti del mondo? L’esercito che riceve in dono 4 miliardi di armi l’anno, ogni anno, da quegli Usa che ora, senza vergogna, osano pure balbettare di Stato della Palestina?

Perché il punto sta proprio qua: abbiamo perso il senso della vergogna. E se non ci vergogniamo più di nulla, nemmeno di 112 morti mitragliati mentre cercavano di afferrare una pagnotta, vuol dire che i nostri famosi “valori” sono andati. Finiti.

I 101 mila voti di non appartenenza indicati nelle schede per le primarie democratiche in Michigan nei giorni scorsi, mandano un segnale chiaro al Presidente Biden, se non corre ai ripari in questo Stato chiave, vinto nel 2020 per poche migliaia di voti, come in altri che intendono seguirne le orme, la possibilità di vincere sfuma e il super Tuesday è alle porte.

Questi due conflitti sono oramai macigni sopra la testa della campagna elettorale democratica. 

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