L’insaziabile fame del “nuovo”

La domanda è: “Davvero è tutto così apparente e contrapposto al reale?” Sembra tutto così perfetto eppure…Pare un moto perpetuo che colpisce gli umani come cittadini, come appartenenti ad una società non più in grado di appagare richieste politiche e sociali.

Ma gran parte di queste richieste nascono veramente da uno stato di necessità?

Il disappunto collettivo che negli ultimi tempi come un onda si propaga in molti Paesi europei e del mondo, celebrando ideologie di destra e in certi casi anche ultra nazionaliste, cosa sottintende? La sconfitta dell’ideologia social-comunista?

Ma se ripercorrendo la storia di ogni Paese, tranne eccezioni rare, quando governano, i vincitori poi decadono con trionfalismi degli oppositori, significa allora che in un moto perpetuo nessuno riesce a colmare e programmare soluzioni idonee al benessere sociale? La democrazia allora è solo un mezzo per soddisfare sé stessi al di là dell’appartenenza politico-ideologica?

La vittoria dell’ultraliberista Milei in Argentina tra un visibilio di folla in ansia di aspettative, rispecchia campagne elettorali già viste da Trump a Bolsonaro e per un filo quasi invisibile riconducibile al Movimento grillino degli arbori e il canto delle sirene imitato da Renzi alla Leopolda di qualche anno fa.

Il mezzo è sempre lo stesso, rottamare, sfasciare, portare caos istituzionale camuffato sapientemente però dall’abbattere burocrazia, corruzione, ridare autorità alla giustizia e alla voce della Patria dentro e fuori i confini.

Sembriamo tutti affascinati dall’acuto bisogno di denaro, potere e di regole e di qualcuno che le faccia rispettare, salvo poi trasgredirle cercando se possibile di entrare a far parte della nuova casta.

Passano mesi, anni e scopriamo con amarezza e rabbia che anche il nuovo che avanza era peggio del rottamato, rimettendoci alla finestra in attesa del nuovo messia mediatico, capace di affamare superficialmente quella voglia di nuovo e cestinare chi ha fallito.

Del resto succede per il vestito, l’influencer, il cibo o lo smartphone del momento, finendo con il partner.

Non è solo un gioco sovranista però, e lo abbiamo visto nell’ideologia opposta con Obama, Macron, Blair, Renzi o Lula, l’elenco è lungo.

Solo nei rari momenti di adulta e matura lucidità arriviamo a rimpiangere quello che ritenevamo il peggio e ascoltandoci sorridiamo increduli. 

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