Meno crescita economica ma non c’entra la guerra.

Mentre veniamo distratti da mille notizie, molte delle quali basate sull’evolversi della guerra tra Israele e Hamas e da inquietanti fatti di cronaca, quelle più delicate e incisive per la nostra occupazione e portafoglio domestico vengono ridotte a veline di passaggio.

La verità è che per il continente europeo il 2024 si presenta ricco di incognite e previsioni al ribasso e quello che è peggio non sembra mostrare alcuna via d’uscita. L’inflazione ancora elevata in molti Paesi dell’Eurozona, permette una stima di crescita solo dello 0,6% rispetto allo 0,8% previsto qualche mese fa.

La situazione peggiore investe ancora la Germania, pensate che pochi giorni fa la Corte Costituzionale tedesca ha bloccato gran parte degli investimenti programmati a causa della crescita del debito pubblico, ma anche Francia e Italia dovranno rivedere le loro aspirazioni di crescita.

Un vero peccato per noi, perché negli ultimi due anni la produzione industriale è stata iper dinamica, surclassando quelle degli altri Paesi europei e il calo odierno avrebbe potuto avere numeri ben peggiori se non avessimo capitalizzato su quel fronte.

Non diamo però colpa alla guerra, l’ultima non ha ancora prodotto effetti sulla nostra economia, ma addebitarlo a quella russo-ucraina è pura fantascienza, o meglio, commedia dell’arte.

La frenata industriale italiana è durata il tempo di un semestre, all’inizio del conflitto, per poi astutamente raggirare tutti i divieti e le sanzioni messe in atto da Bruxelles, grazie al gioco delle tre carte, ovvero le classiche triangolazioni commerciali che hanno poi, non solo ristabilito il normale flusso di interscambio, ma anche incrementato.

Per fare un esempio, tutte le nostre aziende che hanno società produttive o commerciali anche in Cina, producono o esportano là per poi vendere alla Russia sanzionata di Putin.

Per chiudere cito poi la mannaia peggiore, ovvero l’ipotetica sventura di un nuovo quadriennio di Donald Trump alla Casa Bianca nel 2024.

Dopo aver letto il suo programma fatto di protezionismo e isolamento economico con forte gettito di inventivi ad investimenti nazionali, l’Europa vivrà tempi duri, soprattutto se pensiamo come abbia frettolosamente chiuso troppo le porte ad altri partner commerciali solo per un comodo americano.  

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