Smart working. Manca la cultura della “fiducia”.

Tra pochi giorni cesserà la proroga per lo smart working concessa ai soggetti più fragili e a coloro che hanno figli under 14.

I casi di licenziamento silenzioso abbondano anche nel nostro Paese, e il turnover di dipendenti è elevato anche a causa di una domanda considerevole di lavoro ma la cultura imprenditoriale italiana, soprattutto delle PMI, è ancora diffidente alla logica del concedere delega alla fiducia.

La smania del controllo, in alcuni casi necessario non si discute, diventa un freno alla sollecitazione della competitività.

Del resto, viene difficile controllare i dipendenti anche quando sono negli uffici o reparti, quanti sono con frequenza anziché su excel o word su portali di quotidiani o di agenzie viaggio? Quanti hanno a fianco in bella vista il cellulare che illumina il display di notifiche social e non resistono alla tentazione di darci una sbirciatina? E i magazzinieri che si imboscano o i giovani operai dentro i bagni con i cellulari a guardare l’ultima vacanza della ragazza di turno?

La fiducia è merce rara, è il cordone ombelicale simbolico in grado di responsabilizzare il lavoratore, finanche motivarlo. Dietro questo arroccamento su posizioni da provincialismo del secolo scorso, c’è l’incapacità di evolvere verso una gestione che induca al “ragionare per obiettivi”, misurare e dare valore ai risultati.

Cosa diversa dall’uso del lavoro a “cottimo”, quando il compenso che si percepisce è commisurato alla quantità di lavoro prodotto e non invece sulla base della durata della prestazione lavorativa. Obiettivi che possono includere crescita professionale di competenza e esperienza, ma anche efficienza nel raggiungere risultati progettuali.

Gli imprenditori boomers vanno in ansia al pensiero che il loro responsabile IT o progettista sia a lavorare in giardino, davanti ai figli che giocano e sorseggiando una birra, per loro, il concetto di lavoro è ancora ufficio, pausa caffè e cartellino.

Chi fatica a comprendere il nuovo corso di un lavoro a misura d’uomo, non si innalzi a vittima ogni volta che un dipendente valido saluta per opportunità migliori… I cambiamenti vanno affrontati, mai rifiutati a prescindere. 

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