A.I. ci salverà l’unicità delle emozioni e la capacità di elaborarle.

È ragionato e giustificato questo polverone di articoli e dibattiti intorno alla questione ChatGPT?

La questione sollevata dal garante della Privacy è davvero così importante? Censurare come i regimi cinesi o russi servirà a frenarne l’uso sconsiderato dei molti, che prima per sola curiosità e poi maldestramente si avvantaggeranno sulla mediocre competenza, o dei pochi che davvero trarranno beneficio per migliorare le prestazioni professionali?

Il cuore del dibattito però, dovrebbe soffermarsi sugli effetti che questa tecnologia super avanzata produrrà sul sistema sociale. Uno studio non ancora pubblicato di ricercatori dell’Università della Pennsylvania, afferma che almeno un decimo delle funzioni di circa l’80% della forza lavoro americana potrebbero essere influenzate. Il 15% dei mestieri può essere svolto dai software “generativi” molto più rapidamente e con identica qualità.

Stavolta, rispetto agli inizi del secolo scorso e di quello attuale però, a farne le spese è un’altra fascia di lavoratori, oramai infatti, le automazioni hanno sesso di erodere occupazione alla manualità artigianale e quella più servile, nel mirino finiscono i creativi.

A farne le spese interpreti e traduttori, sondaggisti, poeti e scrittori creativi, specialisti di pubbliche relazioni, matematici, designer, ingegneri della blockchain, analisti finanziari, gestori di dati sanitari, giornalisti, gestori di fondi, assicuratori, esperti di marketing, assistenti giudiziari e alcune categorie di scienziati.

Le conclusioni dello studio indicano che queste tecnologie potrebbero avere considerevoli implicazioni economiche, sociali e anche nelle scelte dei governi. Del resto, la società di consulenza strategica McKinsey nel 2017 aveva previsto che entro il 2030 tra i 400 e gli 800 milioni di posti di lavoro nel mondo avrebbero subito l’impatto dell’intelligenza artificiale.

Allora cerco di capire come potrò sopravvivere perché amo il mio lavoro, ma non provo angoscia alcuna, sono convinto sarà la mia parte umanistica a fare la differenza, quella in grado di rendermi unico nell’espressione delle opinioni emerse dal fruire di emozioni ed esperienze, nell’elaborazione di ragionamenti necessari a rendere un giudizio su scelte politiche, sociali, economiche, perché epurate da contaminazioni del sistema che sempre più agirà influenzando attraverso fake news supportato dal mondo social.

L’intelligenza artificiale come osserva qualcuno, non sa connettere i fatti e le idee con senso critico, non sa innovare e tenere i rapporti con altre persone, non le motiva, non le comprende, non le aiuta materialmente e psicologicamente.

Credo davvero che in molti, oltre me, possano stare ancora tranquilli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
Share via
Copy link
Powered by Social Snap