Regionali: PD rievoca il Titanic, centrodestra tiene, astensione vince

Se ancora ci fosse qualche dubbio sulla condizione di salute del Partito Democratico italiano e in generale della sinistra, le elezioni regionali in Lombardia e Lazio ne hanno certificato il malessere acuto.

Il centrodestra vince al Pirellone e a Roma pur evidenziando il preoccupante dato della scarsa affluenza. Fratelli d’Italia però ha fatto il pieno in una regione che non era fortino elettorale ma la Lega tiene, nonostante la costante disaffezione dal segretario Salvini.

Fontana vince ma i molti leghisti rimasti l’hanno mal digerito, il fronte Bossiano è sempre più agitato, insomma il logoramento della segreteria è dietro l’angolo.

Forza Italia si consola pur assistendo ad una lenta erosione di consensi e soddisfatta di essere al governo.

In tutto questo però non possiamo omettere la sconfitta di altri due attori attesi alla verifica dopo le politiche di settembre: movimento 5 stelle e Terzo Polo.

Ambedue gli schieramenti sono stati fortemente penalizzati, soprattutto l’asse Renzi-Calenda ben lontano dalle aspettative. In questo caso la colpa deriva dal codice genetico DNA dei due leader, l’autolesionismo è una caratteristica peculiare della sinistra e loro non ne fanno eccezione.

Per decidere di candidare Letizia Moratti ci voleva fegato, come mettersi al volante dopo un addio al celibato. Definirla da sempre una donna in carriera è dir poco, se escludiamo la certezza della sua vicinanza e passione al sociale, sul resto viene difficile collocarla tra il liberale e la sinistra, dove sente odore di potere si muove.

Una capacità di empatia pari al clima della Groenlandia, poco dopo aver sparecchiato la tavola della vice presidenza in Lombardia, come quelle cameriere che stai ancora con la forchetta alla bocca e ti sottraggono il piatto, decide di sedersi al tavolo della sinistra, quasi a sentirsi un fantino del Palio senese, che sceglie in base alle possibilità economiche della contrada.

Detto questo, chiudo con la mina vagante Berlusconi. L’ex Primo Ministro e capo di Forza Italia, è come Trump, ha il senso di comprendere le masse, la pancia della gente e con quanto se ne dica e a Meloni non piaccia, quello che ha affermato sulla situazione bellica russo-ucraina è quello che moltissima gente pensa e di cui parla al bar, al lavoro restando attonita e preoccupata davanti al televisore. 

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