Il Covid teme Vasco ma non le aule della maturità.

C’è una frase tratta dal libro di Dostoevskij  “l’idiota”, che ben si addice al Ministro della Salute Speranza ma anche a quello della Pubblica Istruzione Bianchi. 

“Nell’amore astratto per l’umanità quasi sempre si finisce per amare solo sé stessi.”

È infatti questa la percezione che scaturisce nell’italiano di ogni ceto sociale e insofferente all’eccesso di cautela nelle regole, ripensando ai quei due.

Ancor di più, quando la loro applicazione penalizza inutilmente individui o collettività e ostenta autorevolezza solo per potere, in questo caso, finisce per rendere ridicolo chi queste regole le impone.

Non c’è ancora una schiarita nella decisione di liberare migliaia di studenti dall’uso obbligatorio della mascherina durante i prossimi esami di maturità.

Serve cautela, il virus non è scomparso anche se i numeri raccontano una direzione diversa.

Un folto gruppo di politici sensati appoggia un liberi tutti e a loro si uniscono moltissimi insegnanti che annualmente vivono la fatica di giornate estive dentro aule surriscaldate il cui unico segno di vita è la voglia di scappare.

Di fronte a tanti tentennamenti decisionali dei due ministri a cui arriva il plauso, manco a dirlo, di molti presidi ovvio, c’è da chiedersi se come persone vivano in questo Paese, leggano, si documentino e guardino ogni tanto la televisione.

Noi che lo facciano regolarmente ad esempio, nelle ultime due settimane abbiamo assistito al concerto di un signore, un rocker settantenne che nel fresco e verdeggiante Trentino ha radunato 120 mila persone.

Oppure, ai piedi della Madonnina, abituata a guardare turisti o arricchiti strafatti nelle hollywoodiane feste negli attici prospicenti, si sono radunati cinquantamila fan per assistere alle esibizioni dei loro cantanti pop preferiti.

Ho provato con molta attenzione a cercare tra le immagini dei video per togliermi ogni dubbio ed ora ne sono convinto.

Non ho visto in queste due imponenti manifestazioni il distanziamento sociale cautelativo tanto amato da Bianchi e Speranza ma neppure, l’ombra di arzilli vecchietti con bastoni, flebo o cateteri.

Forse hanno lasciato libera uscita ai loro badanti e regalato biglietti agli amati nipoti, perché in quell’ammasso di spettatori ho solo visto giovani e meno giovani accalcati uno vicino all’altro, soprassedendo a qualche mano o genitale che involontariamente sfiorava il corpo altrui.

Penso, si sia distratto anche il Covid. Per l’occasione ha preferito battere in ritirata lasciando liberi migliaia di giovani di godersi una libertà riconquistata, in un certo senso, neanche a dirlo, con l’ebrezza di una vita spericolata. 

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