Ospiti e obiettività nei talk evidenziano qualità differenti tra italiani e stranieri

Da sempre, cerco equilibrio, obiettività nella formulazione dei miei ragionamenti, sia quando scrivo articoli o parli in una conferenza davanti a molti imprenditori, attenti alle mie parole.

Guardando i talk della CNN e BBC sulla guerra russo-ucraina vedo riconosciuti esperti di politica internazionale o, pezzi da novanta come l’oligarca Abramovich non più Presidente del Chelsea dopo 20 anni.

Accendo la tv generalista italiana e a parte il merito a Monica Maggioni direttore del TG1, trovo a parlare di relazioni internazionali e strategia militare, Alba Parietti, GianLuigi Nuzzi, Carmelo Abbate o Barbara D’Urso, per fare dei nomi o dei fuori onda imbarazzanti di Lucia Annunziata che accumuna l’identità del Popolo ucraino alle badanti.

Capite quanto la deformazione dell’informazione possa subire accelerazione quando è trasferita e commentata da chi esperto non è? Oppure, si schiera senza obiettività per ideologia o interessi?

Ogni guerra è un crimine all’umanità e chi la persegue come mezzo è indegno di vivere. Ci sale un nodo in gola vedendo edifici smembrati, donne e bambini abbracciati per la paura e uomini innocenti andare incontro alla morte per ubbidire ad un comando.

Ma non possiamo accendere i social o lo sdegno solo quando chi arma, invade e distrugge è una parte e quando lo fanno altri esportano democrazia, la storia insegna.

Ci sono cose che molta stampa omette e molti non sanno, finendo per giudicare sull’onda emotiva.

Ad esempio che dal 2021 i lobbisti ucraini hanno fatto visite e spedito oltre 10mila mail a senatori e deputati del Congresso americano, fare lobby lì è lecito.

Per gli ucraini l’accensione del gasdotto Nord Stream 2, significava non applicare più il pedaggio di passaggio sul suolo ucraino e quindi perdere qualcosa come 1 miliardo e 400 milioni di dollari l’anno.

I lobbisti chiedevano da tempo che Biden armasse il Paese e bloccasse il gasdotto voluto dalla Merkel e Putin.

Nel 2019 gli americani aiutarono spudoratamente Zelensky a vincere azzerando il Presidente filo russo e gradito al Cremlino Poroshenko, un semi colpo di Stato.

La politica di Zelensky è stata di non mantenimento dei patti sull’autonomia delle Repubbliche filo russe e di continua provocazione, non ultima quella di entrare nella Nato ad aprile del 2021 di fronte ad un accrescere delle esercitazioni russe ai confini.

La mappa della Nato in questi anni ha avvolto quasi tutto il continente europeo, stringendo sempre più i margini al collo della Russia.

Come dice Kissinger, la diplomazia ha fallito perché ha pensato che Putin ragionasse come un uomo del XXI° secolo, senza più vedere potere nei territori mentre invece è un uomo del XIX secolo e vede una sfida all’identità del suo Popolo.

Ancora, se Trump nel 2014 non avesse messo sanzioni all’annessione alla Crimea, non avremmo spinto la Russia all’asse con la Cina e oggi l’avremmo ancora al tavolo della diplomazia.

Per evitare l’incendio, bastava accettare la proposta di Putin ovvero, il disarmo ucraino e la creazione di uno Stato neutrale. Ma, in fondo in fondo, Biden non è uno sprovveduto, con questa situazione l’asse europeo torna tra le braccia americane, sganciandosi dalla potenza russa anche in termini economico commerciali… è bastato poco e senza spargimento di sangue americano.

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