Ho la mia opinione su Berlusconi, e non è questa la sede dove esternarla, la più appropriata semmai è dinanzi ad una bella spaghettata e birra tra amici. Codardo? Riservato? Perplesso? Forse, anche se svolgo un’attività di opinione e dovrei dire quello che penso.
Ma, da quando la Penelope di Arcore ha cominciato a tessere la tela per approdare allo scranno più elevato del Paese, il clima è tornato agli anni in cui guidava l’Italia da Premier.
Perché abbia deciso di rincorrere questa chimera, ora sempre meno lontana, lo immaginiamo: vanitoso, egocentrico, dominante e poco incline alle sconfitte, no, non Trump, Berlusconi.
Poi ci sono gli amici che hanno avuto modo di conoscerlo e frequentarlo da una vita, i quali, unici tra gli onesti, gli riconoscono meriti e capacità e poi tutta una serie di omuncoli e donnicciuole tra militanti pasionarie e soubrette, molto più interessati a spronarlo alla battaglia, convinti poi di ottenere qualcosa in cambio restando nel limbo di Sua Grazia.
Il fatto è che basta scorrere i fiumi di tweet giornalieri, o vedere il suo nome come trend topic per rendersi conto di come l’auto candidato Berlusconi sia esattamente lontano dal primo requisito fondamentale richiesto ad un Capo di Stato: non essere divisivo.
La situazione ad oggi, ma diverrà peggio con il trascorrere delle settimane credetemi, è già tesa come una corda.
Abbiamo chi tesse elogi tra sostenitori di sempre e i convertiti per ragione anagrafica, col passare del tempo si tende ad essere più tolleranti, a pacificare, dimenticare.
Sull’altra sponda vi sono poi i nemici più radicali, quelli che al solo sentire il nome stanno già passando al vaglio tutte le azioni negative, da quelle giudiziarie a quelle di Governo o private, non dimenticando neppure le gaffe istituzionali.
Ogni volta che mi soffermo nell’attesa in stazione, aeroporto o semplicemente davanti alla macchinetta del caffè di un’azienda e il tema trai presenti vada a: ”L’hai sentita l’ultima? Berlusconi candidato al posto di Mattarella.” Si aprono discussioni che divengono sempre più accese. Mai trovo opinioni compatte ma sempre due gruppi opposti.
Chi si occupa o vive negli Stati Uniti, descrive come negli ultimi anni l’avere un Paese profondamente diviso abbia creato problemi, destabilizzando anche su punti mai prima d’ora messi in discussione sulla questione amor di Patria.
Noi raccogliamo articoli, sorridiamo, fatichiamo a comprendere cosa significhi esser divisi in un momento in cui invece, servirebbe unità, sinergie e collaborazione costruttiva per sostenere la grande ripresa che uomini, donne, giovani, anziani, imprenditori e operai stanno realizzando per il Paese.
Ecco perché sto zitto su Berlusconi, per non finire in discussioni inutili. Tanto, alla fine, è solo uno specchietto per le allodole, appostato per bene per proteggere il vero candidato del Centro Destra che infatti, ancor non parla.