Dove sono gli stagionali? Forse a casa col reddito o all’estero guadagnando più soldi.

Da Jesolo a Mondello, da Bergamo a Lecce, ovunque le prenotazioni turistiche crescono a vista d’occhio, solo in Veneto FederAlberghi parla di un 29,8% sul Garda, 22,9%Venezia e 21/% sul litorale con un’impennata del 35% per il prossimo ponte del 2 giugno.

Ma se questi numeri fanno rialzare la testa a chi li ascolta, meno, anzi, preoccupano gli addetti al settore.

In cifre mancano tre lavoratori stagionali su dieci in hotel, ristoranti e bar italiani. Solo a Bergamo ben 4000 tra camerieri e addetti in sala.

Posso focalizzarmi su due punti importanti nel dare la mia opinione. Il primo riguarda il cruciale problema del costo contributivo.

A parità di costo, ovvero 3500 euro, un cameriere tedesco percepisce 2.200 euro e l’italiano1.400. Ovvio che se sono specializzato, giovane e con voglia di lavorare, vado a Monaco.

Qualche governo prima o poi dovrà mettere mano a questa mannaia sulla testa dei datori di lavoro e non parliamo solo di quelli del turismo ma anche del manifatturiero, pensiamo a quante PMI continuano ad assumere risorse poco scolarizzate evitando alte professionalità come i laureati solo per l’impossibilità di costo.

Serve alzare la competitività ed alzando il netto, una fetta di risorse umane potrebbero improvvisamente materializzarsi nel mercato degli stagionali.

Di chi parlo? Ovviamente di quella fetta di pelandroni non bisognosi che percepiscono illecitamente il reddito di cittadinanza.

Ecco quindi il problema numero due. Tra lavoretti in nero e reddito questi campano alla grande, perché mai dovrebbero spaccarsi la schiena nei campi o indolenzirsi le gambe girando come trottole tra tavoli e stanze?

È sempre più urgente un ragionevole punto di conciliazione che vada incontro alle esigenze del settore e ristabilisca la dignità di chi il lavoro se lo guadagna. Non voglio essere frainteso, non parlo di chi vive davvero nell’indigenza temporanea.

Se la situazione potrà migliorare lungo le coste del Paese, più difficile sarà invece per le città d’arte.

Infine, esiste una terza causa alla diminuzione di chi cerca lavoro, e sono le famiglie. La preoccupazione che i figli possano trovarsi compromessi sul fronte covid restandone coinvolti è ancora alta e non sollecita i ragazzi a trovar occupazione estiva anzi la frena, magari aumentando loro la classica paghetta settimanale.

Sono davvero valutazioni amare, alle porte di un’estate dalle previsioni finalmente incoraggianti nonostante il grandissimo danno d’immagine a livello mondiale arrecato da tre classici delinquenti italiani nella tragedia della funivia.

Ancora una volta per il mondo, gli italiani sembrano fottersene di tutto anche di vite umane nel nome dei soldi.

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