Ora che il caldo attanaglia le strade, li incroci solo allo spuntar del sole o al calar della sera. I più socializzati in qualche bar del quartiere a giocare a carte o a fissare i passanti sfilare dinnanzi ai loro occhi. Esistono e sono sempre più. Noi saremo loro. Un Paese avanzato economicamente e socialmente, così imparai viaggiando nel nord Europa, ha un dovere indelebile nei propri valori di esistenza politico-sociale :
rispettare, aiutare e non emarginare gli anziani.
Con il termine ‘anziano’ ci si riferisce alle persone in età prossima al termine della vita media degli esseri umani, l’ultima parte del ciclo vitale umano, altrimenti detta vecchiaia. Tempi addietro, nel bene o nel male, era compito dei figli, allora tanti, occuparsi fino all’ultimo respiro dei propri cari, oggi, non è difficile sentire di figli che delegano visite o saluti a genitori riposti con ogni scusa possibile in case di riposo. Quel che sorprende non è però questo, anche se terrificante, e neppure atrocità sempre più bestiali ascoltate nei vari TG perpetrate su inabili, incoscienti, indifesi, accasciati nei loro letti rifugio in attesa di un passaggio migliore. E’ l’invisibilità a cui, quando ancora coscienti e in grado di muoversi, leggere, ascoltare o essere integrati, sono costretti a subire. Li incontriamo ovunque, camminano radenti ai muri , terrorizzati di essere derubati o ancor peggio picchiati per pochi euro. Tengono gli occhi bassi , quando invece desidererebbero incrociarne altri desiderosi di scambiare due parole . Per noi che teniamo discorsi logorroici quotidiani ed arriviamo a sera esausti continuando a parlare, per loro due sole parole, sono l’emozione di sentirsi vivi. Non hanno più sorrisi, smarriti in un mondo troppo cambiato per essere il loro, sconnessi da una società troppo tecnologicamente avanzata che si è fatta i propri comodi dimenticandosi di accompagnare gli ultimi della classe evitando di lasciarli nell’oblio, Neppure la soddisfazione di godersi una pensione sudata una vita, una banda di delinquenti ne ha raschiato il barile , e ad ogni governo in pochi hanno provato ad elemosinare qualche euro in più, ma credetemi senza dubbio a fini elettorali. Fanno tenerezza nei supermercati. quando di nascosto contano gli spiccioli per esser certi di averne abbastanza una volta alla cassa. non è rado mangino a giorni alterni, perché questi invisibili,che questo Paese l’hanno costruito, la dignità la conoscono e l’hanno conosciuta. Vivono in alveari cittadini ove non sanno neppure chi siano i loro vicini, a volte li trovano defunti dopo giorni solo per l’odore nauseabondo che fuoriesce dalla porta. Portano dentro una profonda tristezza, perché forse un’integrazione maggiore, li compenserebbe anche delle privazioni a cui sono costretti. Ci sono milioni di esseri umani che vivono ore, giornate, mesi, anni dentro una stanza nella più completa solitudine. E’ questo che ci attende ? Dove è , chiedo al Signor Presidente del Consiglio, la cosiddetta Educazione Civica ? Anziché viaggiare solo per grandi , di certo importanti, meeting europei , si faccia una vacanza al Nord Europa, dove le tasse sì , sono molte ma gli anziani non hanno paura di avvicinarsi alla soglia finale della vita, perché soli non sono. Riflettiamo e proviamo a leggere l’etichetta di un campanello sul nostro pianerottolo… conosciamo chi vi abita ?
La foglia
Io sono come quella foglia – guarda –
sul nudo ramo, che un prodigio ancora
tiene attaccata.
Negami dunque. Non ne sia rattristata
la bella età che a un’ansia ti colora,
e per me, a slanci infantili s’attarda.
Dimmi tu addio, se a me dirlo non riesce.
Morire è nulla ; perderti è difficile.
Umberto Saba