Viste da dentro il sistema, queste Presidenziali americane sembrano dar vita all’abile sceneggiatura di un action movie, dove l’elemento più forte in grado di mutare le sorti del finale è solo la comunicazione.
Fateci caso, le condizioni di salute fisica e cognitiva di Biden erano chiare a chi lavorava con lui ogni giorno, ma nel segno di coesione e fedeltà solo il fuoco di fila della comunicazione scatenata dai media li ha messi di fronte alle proprie responsabilità.
Trump, consapevole del valore morale dei processi che stavano per piovergli addosso nei mesi passati, ha saputo gestirli al meglio attraverso una comunicazione tecnico-legale al punto da capovolgere la situazione avvantaggiandosene politicamente e crescendo nei sondaggi anziché uscire di scena.
Anche il momento più drammatico dell’attentato è stato abilmente sfruttato in pochi secondi più che alla resa consapevole di aver sfiorato la morte, alla veicolazione di un messaggio emozionale “capace di far alzare tutto il popolo americano dopo gli spari unendolo per la vittoria”, come ha detto ieri J.D.Vance, a sostegno di un eroe, quello in cui Donald si è trasformato da settimane, Padre e salvatore dell’America First.
Quel “fight” gridato rabbiosamente con il pugno alzato guardando pubblico e telecamere è il mantra che contaminerà da qui a novembre Donald, i suoi elettori e perfino i reporter che seguiranno le sue gesta.
Anche la scelta del Vice Presidente appartiene alla grande comunicazione, uno storytelling perfetto, l’asso nella manica che farà l’ultima differenza. Il bianco perdente che, come narrato nel suo mediocre libro oggi il più venduto in America, non si piange addosso ma ricostruisce sé stesso e i valori perduti di tutto il popolo americano, anche quello fatto di immigrati, perché le porte resteranno aperte per i capaci ma alle condizioni stabilite.
È ancora la comunicazione di Vance a far presa sulla classe media e dimenticata quando promette lavoro nelle fabbriche che creeranno prodotti americani, più forte della menzogna che nasconde quando dimentica che intelligenza artificiale e automazione toglieranno sempre più occupazione manuale e intellettuale.
Concludendo, in questa viziata sfida elettorale l’indomabile forza della comunicazione ha compiuto il miracolo più grande, ha trasformato in fumetto e fatto dimenticare agli americani che Trump vestendo i panni del Messia, il 6 gennaio di quattro anni fa sollecitò e sostenne l’assalto al cuore delle Istituzioni americane.
…Davvero un film straordinario.